la macchina fotografica è ad aggiustare.
il bello delle parole è che non si guastano, al massimo si cancellano. non le mandi ad aggiustare. e quindi alle volte ritornano.
come stare vicina alla finestra della cucina per studiare con la gatta che picchia contro il vetro perchè vuole solo la tua attenzione. un pò come le persone.
come il freddo e il cielo brillante l'altra sera mentre camminavo via dalla lezione di relazioni internazionali. come un cielo acceso tutto stelle e tappeto sotto compreso.
e stare bene bene bene. solo bene e grazie a me.
come i turin brakes e ben harper in concerto. e quel buffone di bugo.
sperare che l'equilibrio continui ancora un pò, tempo che venga l'estate e se non l'estate la primavera di quei giorni d'aprile in cui staring at the sun è la canzone giusta.
e aver voglia di fotografarla, quella dannata canzone. e aver voglia di fotografare gli attimi, le sensazioni e anche i respiri. tutto.
ma la macchina è da aggiustare. cuore in pace.
se non so dove andare almeno ci sto andando.
che film scegliere o che regalo fare a francesca che compie gli anni e mi taglia i capelli. panna e fragole. frullati e gelati. con che cosa iniziare la lunga chiacchierata con laura quando torna, se mai riusciremo a ritrovarci.
e una birra media e un lasso. si dice lassi non lasso, ignorante.
muoversi e stare fermi. mentre fuori dalla solita vecchia finestra affacciata sul pc c'è un cielo bianco azzurro, pallido ma con una certa dignità. mia madre che coltiva le sue rose che moriranno tra pochissimo e mio padre che coltiva i suoi silenzi.
sorridere per strada anche alla gente che non conosco e fermarmi a chiacchierare al parco con i signori che fanno il tifo per me ogni ultimo giro di corsa.
sembra uno di quei vecchi post del vecchio blog, uno di quelli che poi il giorno dopo ero triste e anche quello prima, e si trattava solo d'un attimo.
beh diobon questo, di attimo, dura da mo.
grazie a me.